LA STORIA SI RIPETE

Il 27 Gennaio è il giorno stabilito a livello internazionale per ricordare le deportazioni nei campi di concentramento e, più in generale, la Shoah. Questo giorno è stato istituito proprio per ricordare l’orrore compiuto dai nazisti nei confronti degli ebrei, nella speranza che azioni così disumane non si ripetano mai più nella storia. Ma… siamo proprio certi di questo? Tutti sicuri che non accadrà mai più una cosa del genere?

Io non ne sarei molto sicuro dopo le sconvolgenti dichiarazioni di una giovane teenager americana.

Feroza Aziz, 17enne, è diventata famosa nel giro di qualche giorno su TikTok per aver pubblicato un video nel quale ha finto di fare un tuttorial di makeup per parlare di un argomento che le sta particolarmente a cuore, che tuttavia le è costato la censura del social cinese. La ragazza ha usato la piattaforma video più popolare del momento per denunciare la situazione di repressione in Cina ai danni della minoranza “uguri” nella provincia dello Xinjiang. Una situazione secondo la giovane ragazza, già ben nota alle Nazioni Unite, che però, hanno fallito nel bloccare il genocidio. “Non possiamo permettere che accada ancora, non possiamo restare in silenzio mentre davanti ai nostri occhi avviene un altro olocausto”. Sono parole chiare e forti, che ci proiettano in una realtà del tutto analoga a quella nazista.

Ma quindi… che cosa sta succedendo esattamente in questi campi di concentramento? Perchè i musulmani vengono arrestati?

Queste sono domande alle quali difficilmente riusciremmo a rispondere, poiché non abbiamo prove certe sull’esistenza di questi campi di detenzione. Nel web sono stati rintracciati e diffusi alcuni brevi filmati che sembrano rappresentare una situazione riconducibile a quella descritta da Feroza, ma lo stesso stato Cinese denomina queste fonti come “fabbricazione di notizie false”. Purtroppo, non si è certi di nulla. L’unica cosa veramente utile che possiamo fare in una situazione del genere, non avendo prove concrete, è provare a diffondere la notizia, nella speranza che prima o poi venga fuori la verità.

di Alberto Morello

 

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