CASO BALOTELLI: PENSIERI E RIFLESSIONI

L’attaccante del Brescia Mario Balotelli, nel corso del match contro l’Hellas Verona valido per l’undicesima giornata del campionato di Serie A, è stato vittima di alcuni insulti razzisti. L’episodio e la reazione del calciatore sono finiti al centro di un dibattito nazionale, che va avanti ormai da settimane. In tanti, interrogati sulla questione, hanno commentato l’episodio esprimendo la propria opinione, per lo più schierandosi in difesa del giocatore.

Il razzismo deve essere condannato senza se e senza ma e chiunque compia atti di questo tipo si assume la responsabilità di quello che dice e di quello che fa. In secondo luogo, bisogna però considerare che l’episodio accaduto allo stadio Bentegodi di Verona ha generato, nella semplificazione giornalistica, titoli del tipo: “Balotelli, cori, razzismo, Verona”: queste le etichette applicate ad una città e a una tifoseria che non merita tutto questo. Testimonianze di chi si trovava allo stadio quel giorno ci descrivono come gli insulti siano partiti da una cerchia ristretta di persone non organizzate, e non da cori intonati dall’intera curva e tifoseria dell’Hellas Verona. Chi denigra una comunità deve rispondere di quello che dice. Una cosa è il razzismo, altra cosa è tutto quello che è successo. Questo episodio, come già molti altri, fa riflettere sulla sicurezza all’interno degli stadi, nei quali rare volte si identificano le persone colpevoli di un determinato atto, preferendo distribuire la colpa ad un popolo più vasto, quali sono per esempio le curve delle tifoserie.

Contro ogni forma di razzismo si schierano tutte le società calcistiche italiane, al fine di condannare tali episodi. In particolare sul web è apparso un tweet dell’ a.s Roma: “che siano 20 o 2000 persone, il razzismo è inaccettabile. E’ ora di scegliere da che parte stare, tra chi è pronto a opporsi al razzismo e chi gli permetterà di distruggere il gioco che amiamo”. Esponenti del mondo del calcio, ma non solo. A dire la loro sul razzismo negli stadi e, in particolare, sul caso Balotelli, sono stati dei giovanissimi sostenitori dell’attaccante. Sono gli allievi della classe 1ª C dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII, le cui riflessioni sono state raccolte dalla loro professoressa di italiano in una emozionante lettera a cuore aperto indirizzata al giocatore del Brescia.

Il razzismo rovina la bellezza del gioco e allontana i bambini e le famiglie dallo stadio, che dovrebbe invece presentarsi come luogo tranquillo nel quale poter tifare la propria squadra del cuore. La semplicità del calcio, specialmente negli ultimi anni, viene minata continuamente da episodi incivili e disumani che avvengono a causa di alcuni esponenti di tifoserie ultras. Esemplari sono le pene che vengono spesso rilasciate nei confronti di questi soggetti e che impediscono loro l’entrata negli stadi per parecchi anni, se non a vita. È ora che si faccia rispettare un codice civile e morale a tutte le tifoserie e le persone che si trovano a guardare una partita di qualsiasi sport.

Di Piermarco Girardi e Riccardo Cagali

 

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