ESAMI DI QUINTA, ANCORA UN SACCO DI DOMANDE!

In questo clima di rinnovamento politico anche il sistema scolastico italiano sembra aver riportato dei cambiamenti per quanto riguarda la cosiddetta maturità.

Il nuovo esame di Stato prevede una prima prova, il normale tema scritto, una seconda prova e l’orale finale. Come si può notare, la terza prova è stata completamente abrogata, ma di fronte a questa eliminazione bisogna compensare con qualcos’altro: infatti la seconda prova è pluridisciplinare, comprendendo due materie che variano in base all’indirizzo.

Oltre a ciò, bisogna sapere che il Ministro Bussetti ha esposto le linee programmatiche del MIUR: ridurre il peso dell’Alternanza Scuola Lavoro, eliminare l’obbligatorietà delle prove Invalsi per l’accesso all’esame finale, l’introduzione di un nuovo sistema di calcolo per l’attribuzione del punteggio finale, l’eliminazione del compito di storia tra le opzioni previste nella prova scritta di italiano.

Molti aspetti di questo nuovo esame di stato hanno lasciato perplessi tanti studenti e insegnanti: ad esempio il fatto che non vi debba più essere un adeguato riconoscimento di quel lungo cammino dell’alternanza scuola lavoro (il cui nuovo nome è “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”), o che non si dia alcuna valutazione alle prove invalsi obbligatorie affrontate nel mese di marzo.

Un aspetto per cui invece molti sono contenti è il maggior peso dei crediti scolastici nella valutazione finale, che passano dai 25 punti a 40 su 100, il che rende più vicino il 60.

Affrontiamo ora la questione più incerta di tutto l’esame finora e di cui non si è ancora fatta nessuna simulazione: la prova orale. La tesina non è più in programma e qui ci si chiederebbe quale sarà l’input iniziale del colloquio: semplicemente la scelta, da parte del maturando, di una delle tre buste proposte dalla commissione, a mo’ di quiz televisivo, di cui non si è ancora del tutto certi del contenuto.

Ma questa non sembra l’unica preoccupazione degli studenti. Si è parlato anche di domande di cittadinanza e costituzione, che per molti ragazzi, soprattutto quelli che non hanno diritto come materia, è un campo minato.

Ad ogni modo l’esame di Stato rappresenta il coronamento di un percorso formativo durato cinque anni e costituisce l’ultimo anello di una catena di azioni, esperienze scolastiche che hanno segnato la vita di ogni studente.

a cura di Fatima El Hachiri

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